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Altalene di neve (frammento)

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«Guarda! Guarda!»

«Dove?»

«Su, in alto. Verso il cielo.»

«Perché?»

«Vedi quella nuvoletta bianca a forma di cuore?»

«Sì, bella.»

«Sono convinta che porti fortuna. Quando ti capiterà di vederla, sappi che qualcuno da lontano ti vuole tanto bene e forse in quel momento è in cammino verso di te…»

«Davvero?»

Angelica non ce la fa a trattenere un sospiro meravigliato. Osserva stupita il cielo, poi torna a fissare gli occhi materni. La mamma sorride. Di un sorriso buono. Dolce. Angelica sorride a sua volta, rassicurata, poi annuisce. Ama sua madre. Tanto. E le crede. Sempre. La sua fantasia galoppa. Veloce. Perché ogni idea nuova nella sua testa prende radici. E vola.

Ha otto anni e come tante bambine della sua età crede nelle favole. È convinta, per esempio, che le principesse esistono per davvero, soltanto che non si incontrano mai, perché rinchiuse dentro le torrette dei castelli stregati. E che gli spiriti buoni abitano all’interno dei fiori, perché amano le cose profumate. E appunto per questo, quando è da sola nella stanza, all’insaputa della madre, usa mettersi dietro le orecchie – con lo stesso gesto che ha visto fare anche la mamma – due goccine del profumo buono. Proprio quello a cui la mamma ci tiene davvero tanto, perché regalato da papà al ritorno del suo ultimo viaggio di lavoro.

«Oh» sospirò allora felice la mamma. «Un profumo francese.»

E gli occhi le brillavano.

Negli occhi di mamma abitano due stelline, forse sono cadute per distrazione dal cielo, pensò Angelica stupita.

Il papà sorrideva - sembrava avesse notato anche lui le stelline – lo attiravano tanto, tantissimo e lui si mise subito a cercarle con le labbra, prima sugli occhi, poi sul collo della mamma per raccoglierle. Non ci riuscì - Angelica ne fu certa - gli occhi della mamma brillavano, forse ancor di più di prima, ma qualcosa di splendente rimase comunque appiccicato anche nel sorriso di papà.

Un po’ di polvere de stelle, decise Angelica, che amava dare spiegazioni a tutto e subito pretese di assaggiare anche lei il sapore. Sorniona, infilò il visino fra i baci dei genitori e chiuse gli occhi per l’abbondanza della dolcezza che la stava invadendo. Che bello!

«Ti amo» disse papà.

«Ti amo» sussurrò anche la mamma e Angelica, stretta fra i loro petti che fremevano, vibravano e si aprivano, intuì una grande forza dentro le due parole.

Parole magiche, pensò, belle, portano gioia e luce.

«Ti amo» si intromise anche lei, giusto per sperimentare l’effetto in prima persona.

I genitori risero, tutti due insieme. E Angelica, abbracciata dal loro amore, si sentì talmente felice che lo esternò in una risatina allegra, allegrissima, con tutta la faccia, come se le facessero il solletico. Per lo schiamazzo, la sorellina Taniuscia, che dormiva, si svegliò nel suo lettino da bambola e pretese subito l’attenzione di tutti. Fu presa in braccio anche lei e sperimentarono per la prima volta il bacio a quattro, che a sorpresa piacque a tutti senza differenza, perciò lo ripeterono a lungo. Ancora. Ancora. Fino alla stanchezza...

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